Respiro. 

Scavo una fossa

Sotto alle coperte di flanella

Che profumano di nonna.

Respiro dalla bocca

Per soffiare aria calda

E rendere la pelle leggera

E il cuore appannato di sonno

E gli occhi serrande abbassare

E le ossa aggrappate ai muscoli

E i muscoli aggrappati al materasso

E il materasso, rimasto solo

Che non si aggrappa a niente

Ma regge e sorregge 

Il peso della mia stanchezza

Che è come il peso del mondo

Moltiplicato per cento

Almeno quando sono triste

E sento la mancanza del vento

Che trasporta salsedine

Perché il mio respiro è caldo

Ma quell’infame

Non l’ha mai voluto portare il sale

L’ha sempre reputato

Un po’ troppo banale

Il mare. 

Lascia un commento